
Questa mattina percorrrendo la strada di Gallina siamo arrivati al punto di partenza dell'escursione.
Il sentiero è in realtà una comoda mulattiera, tutta in discesa. Giunti nel borgo abbandonato di Saguccio, l’arch. Giuseppe Battaglia ci ha fornito delle notizie storiche sulla vita in quei luoghi ormai disabitati. L'insediamento è stato usato per secoli nell'ambito della transumananza estiva, solo all'alba del Ventesimo secolo si trasformò in insediamento stabile; gli abitanti sfruttarono il clima mite e la ricchezza d'acqua di quei luoghi per avviare un'economia pressochè autosufficiente: accanto alla pastorizia e all'agricoltura dettero vita ad un opificio in cui si produceva della lana infeltrita di notevole qualità, perfetta per confezionare i semplici abiti dei montanari. L'economia del piccolo borgo subì una svolta a metà degli anni Venti, quando, in seguito all'emanazione della tassa sul macinato, gli abitanti decisero di trasformare l'opificio in mulino: la natura impervia dei luoghi consentì loro di sottrarsi al versamento dell'imposta. La storia di Saguccio purtroppo termina nella seconda metà del secolo scorso, quando anche la sua popolazione viene coinvolta dal flusso migratorio che ha contraddistinto queste terre e il borgo si spopola.
Terminata la lezione di storia abbiamo proseguito scendendo sul sentiero fino alla fiumara, osservando e fotografando i salti dell’acqua tra le rocce, le piccole cascate e la rigogliosa vegetazione. Abbiamo raggiunto il vecchio mulino, anche questo completamente diroccato, del quale però si può ancora apprezzare la struttura. Il rientro è avvenuto lungo lo stesso percorso fino alle macchine.
Purtrtoppo la strada Bagaladi-Gambarie era interrotta per una frana, ma, rassicurati dall’architetto sulla facile percorribilità e sulla brevità del sentiero che ci avrebbe portato all’agriturismo, abbiamo preso le macchine per raggiungere “La porta al Parco” e pranzare. In verità il sentiero non era nè facile, considerata anche la presenza dei bambini, nè breve, ma grazie all'aiuto di tutti siamo riusciti ad arrivare a destinazione. Dopo il pranzo, abbiamo visitato la struttura del vecchio frantoio restaurato, sede dell’agriturismo. Grazie alla spola di macchine messe a disposizione dai responsabili del ristorante siamo ritornati alle nostre macchine verso le 18.30.